lunedì 18 novembre 2013

Da NYC a RE ... la Mezza di Crema

Ore 7,15 ritrovo al casello Brescia Ovest per la partenza che come al solito avviene in ritardo per il quarto d' ora accademico del Curro. In auto si dibatte se è meglio tentare la doppietta (ovvero due Maratone in un mese) a Pisa o a Reggio Emilia . Alla fine si decide per Reggio Emilia. Il Curro dichiara che questa volta dopo aver sentito il parere di un paio di esperti la Mezza di oggi la correrà lentamente ovvero al ritmo di 5'30" al km. Infatti pronti via fatti i primi 20 metri di gara intravedendo poco più avanti di noi il palloncino del Pace Maker dell' 1h 40' ci saluta gridando : "lo seguo , al massimo crollo" ... evviva la coerenza !!! Io e Mar.k.o. decidiamo di procedere secondo il piano prestabilito : correre al ritmo gara previsto per RE (5'15") fino al 16 km e poi decidere il da farsi allora. La gara scorre tranquilla, i chilometri si susseguono velocemente , ormai l' allenamento di tutti questi mesi paga anche dal punto di vista mentale. Si vive una sorta di trance in cui tutto scorre velocemente e con poca fatica. Invece di tenere il ritmo di 5'15" teniamo 5'05" ... ma va bene anche così sebbene già a metà gara siamo entrambi consapevoli che a RE dovremo rispettare il 5'15 - 5'20" per tentare di chiudere la gara sotto le 3h 50'. Arrivati al 16 km decidiamo di accelerare ... 4'50" ... poi 4'40" infine 4'34" con il mezzo chilometro finale sotto i 4 minuti. Tempo finale , per entrambi, 1h 46 minuti. 3 minuti sotto il test prima di NYC alla Mezza di Cremona ben 5 minuti sotto la tabella che avevamo predisposto per oggi. Le gambe girano, le sensazioni sono buone , le speranze di farcela crescono. Ah ... dimenticavo il Curro : 1h 40' 05" anche Lui comincia a credere di abbassare il suo personale di 3:36 a RE. Come ci gridavano a NY : Good Job.

domenica 17 novembre 2013

da NYC a RE

Come prima tappa di avvicinamento abbiamo scelto la Mezza di Crema.

Quindi ore 7.15 appuntamento al casello di Brescia Ovest e via ... riinizia l' avventura.


da NYC a Reggio Emilia (RE)

Venerdi sera primo allenamento collettivo per me , Mar.k.o. e il Curro . Solito giro Mimmo, Piazzale Arnaldo, San Faustino e ritorno. Ciò che a NYC sembrava una battuta e nulla più sta per diventare una nuova avventura : correre la Maratona di Reggio Emilia l' 8 dicembre. La mitica doppietta , su cui i doppi sensi si sono sprecati per tutta la cena post allenamento, che una percentuale minima di maratoneti tenta nella sua vita sportiva. Noi ci sentiamo pronti ( in realtà non lo siamo ... come sempre) per cui da oggi un nuovo obbiettivo per cui correre, sudare ma soprattutto : stare di nuovo insieme.

martedì 12 novembre 2013

NYC +7 primi test

Domenica sono andato a fare la prima gara (non competitiva) dopo New York per stare un po' in compagnia degli amici della Running Prealpino. Incontrarli e' stato molto emozionante perché in un anno di allenamenti e gare insieme l' amicizia fra di noi e' diventata granitica. Mi hanno abbracciato e si sono complimentati per NYC. Poi tutti sui blocchi di partenza, concentrati , e via. In 10 hanno abbassato il loro personale sulla mezza maratona io è alcune ragazze abbiamo fatto la 13 km che alla fine era .... una 14 km. Anche noi abbiamo corso in un ottimo tempo : circa 1h e 18 minuti. Le sensazioni sono state ottime. Le gambe giravano , gia, nuovamente benissimo. Vuol dire che posso tentare l' impresa che da un po' mi frulla in testa ovvero andare l' 8 dicembre a Reggio Emilia a fare una seconda maratona. Due maratone in un mese ... un impresa che pochi osano fare. Io ci provo e spero di abbassare nuovamente il mio personale. Da oggi riprende la preparazione . Seguitemi !!!

martedì 5 novembre 2013

NYC la gara

Ore 10.01 Il primo minuto è trascorso in apnea. Il ponte di Verrazzano in salita , sferzato da un vento gelido generato da un elicottero della polizia che vigila su di noi , forse troppo vicino, non è uno scherzo , soprattutto a freddo. Per fortuna si deve andar piano per non inciampare l' uno sull' altro. Pensavo che la partenza fosse più caotica ma in meno di un minuto cominciamo già a sgranarci recuperando uno spazio sufficiente per impostare la nostra andatura. Dopo 5 minuti arriviamo al culmine e da li inizia la prima discesa. Siamo ancora tutti e tre insieme e continuiamo a cercarci l' un l' altro con gli occhi. Io che fungo da metronomo (nonché da cronometro) invito gli altri a rallentare un pochino perché siamo più veloci del tempo medio che abbiamo pianificato 5'24" al km. A fatica vengo ascoltato perché l' onda dei concorrenti scorre rapida ed impetuosa e la voglia di accelerare è forte ma sappiamo che sarebbe un grave errore che pagheremmo negli ultimi chilometri. Bisogna saper correre sui tempi provati e riprovati altrimenti il crollo finale e' certo. Lasciato il ponte entriamo nel delirio. Migliaia di persone assiepate ai bordi della strada che gridano ed innalzano cartelli di tutti i tipi , porgendo cibo e bevande di ogni genere che , però , ci hanno consigliato di non accettare in quanto ci sono ristori ad ogni miglio. Le urla sono simili a quelle che si sentono in TV per le rockstar e ti fanno venire i brividi perché questa volta sono anche per Te. I primi 10 km scorrono in una trance ipnotica. Mani protese per darti un cinque a destra, persone urlanti ( a volte ululanti) a sinistra, un muro umano dietro il quale si scorge la New York di State Island : case basse e negozi ovunque. Facce provenienti da ogni luogo del pianeta accomunate da uno stesso destino : trovarsi a New York alla ricerca di un sogno. Loro si che sanno cos'è la fatica e il sentirsi soli nella folla. Il loro sorriso mi fa sentire ancora più fortunato di quello che ho e di quello,che per puro diletto sto facendo in una folle domenica di novembre. Al settimo chilometro nel frattempo il Curro se ne e' andato in fuga solitaria : si fa per dire ... Già ieri sera a cena avevo visto nei suoi occhi la scintilla che lo spinge a tenere ritmi che in allenamento non riesce nemmeno a concepire : un vero animale da competizione. Io e Mar.k.o. decidiamo di rispettare la tabella come veri soldatini di piombo. Al chilometro 14 ci scambiamo un cinque ed un cenno di incoraggiamento proprio mentre alla nostra sinistra esce da una chiesa un coro Gospel : sembra un segno del destino. Cominciano a cantare un coro di ringraziamento non appena li superiamo di qualche metro. Sembra di essere sul set di Sister Act. Entriamo nel quartiere ebraico. Improvvisamente il silenzio. Solo due gemellini dietro l' inferriata di un ballatoio battono dei giocattoli ritmicamente sul ferro torto e temperato a forgiare delle forme che sono un misto bizantino , romantico, moresco. I corridori sospendono a loro volta il chiacchiericcio in segno di atavico rispetto. Meno di un chilometro e usciamo da questo spazio fuori dal tempo per rigettarci nel caos di New York e più precisamente in quello di Brooklin dove abbiamo i nostri loft da : 5 quarantenni a New York. Il rumore torna ad essere assordante, i cartelli si susseguono uno via l' altro uno piu bello dell' altro. Una bella ragazza ne innalza uno molto simpatico che dice " Corri Tim ... gran figlio di p....ana". Gli atleti si danno di gomito indicando chi la ragazza chi il cartello. Le runner alzano il pollice solidali con Lei. Cosa avrà mai combinato questo ... gran figlio di p....ana. Mah? Valle a capire le donne. Giriamo un angolo e ci troviamo di fronte il cavalcavia sotto il quale sta il Box House Hotel ( la nostra base). Lo abbiamo percorso in queste giornate almeno 10 volte e sappiamo che è lungo ed insidioso. Lo affrontiamo con prudenza mentre intorno a noi ci sono i primi cedimenti. Siamo ormai a metà gara. Ora non ci resta che tenere il ritmo per altre due ore. In surplace arriviamo , bevendo ad ogni ristoro , al famigerato ponte di Quuensboro , la tomba dei maratoneti. 1,5 km di ripida salita e una discesa ancor più ripida che ti invoglia a strafare anche perchè ai suoi piedi gli organizzatori da sempre montano una tribuna in tubolari dove il pubblico si accalca vociante ed acclamante. Quando spuntiamo dalla curva ai piedi del ponte l' urlo del pubblico ci solleva e sospinge come se ci trovassimo sopra un magico tappeto volante. Mar.k.o tende ad accelerare ed io fatico a fargli rispettare il ritmo che ci siamo prefissi. Finalmente entriamo a Manathan ; mancano solo 14 chilometri ( poco più di un ora all' arrivo ). Davanti a noi un serpentone di corridori si muove convulso verso il traguardo. Un fiume colorato arginato solo dai grattacieli più famosi al mondo. In lontanza si riconoscono tutti. La fatica comincia a farsi sentire anche se è presto per rallentare. Abbiamo pianificato di farlo , solo in caso di necessità, dal 35esimo chilometro in poi. Io e Mar.k.o. non parliamo più da almeno mezz'ora. Preserviamo ogni briciolo di energia. Entrando nel Bronx sento la prima fitta ad un gluteo, simile ad un pizzicotto poco amichevole. Vorrei rallentare ma non voglio pregiudicare la gara di Mar.k.o che fino ad ora ha condiviso lo sforzo con me. Stringo i denti ma devo calare di 3/4 secondi al chilometro. Anche lui rallenta. Non va bene deve poter tenere il ritmo a Lui congeniale e non deve curarsi di me. Scarto sulla sinistra e mi fermo di colpo in un punto dove non può vedermi. Vedo che mi cerca con la coda dell' occhio ma non vedendomi torna sulla velocità tenuta fino ad ora. Ne approfitto per camminare 100 metri bevendo dalla borraccia Powerade e carnetina. Un signore nel pubblico con sulle spalle un bambino mi fissa negli occhi e mi grida :" you can do it" ovvero "c'è la puoi fare". Non e' ne un rimprovero ne una esortazione ma solo una scarica di nuova energia , lo grida a me ma mi da l' impressione che lo dica prima di tutto a se stesso come a volermi dire " non fare come me ... dammi l' esempio". Do un cinque a lui è al bambino e riparto. Mi sembra che mi sussurri " thank you" ma forse e' solo un allucinazione dovuta alla troppa fatica. Columbus Circle e' davanti a me. Mi sembra di poter toccare la statua dorata con una mano ma disto da Lei quasi un miglio. Rallento un pochino ma tutti mi gridano " good job" (ottimo lavoro) non posso deluderli. Un altra sorsata dalla borraccia e via. Entro finalmente a Central Park , mancano 2 miglia. Il rumore e' assordante. Sulla sinistra una fila di corridori che ormai cammina stremato. Sembrano i reduci di Russia, braccia penzoloni, capo chino, piedi che non si alzano dall' asfalto. Nemmeno gli incitamenti servono a dar loro energia. Il pubblico comprende ed applaude . Per loro siamo tutti degli eroi. Ecco il cartello dell'ultimo miglio, poi quello del mezzo poi uno ogni cento metri. Ormai so di aver centrato il mio personale ma accelero perché non voglio sorprese. Guardo fisso nella telecamera appena prima di varcare il traguardo , sperando che mia moglie e i miei figli mi stiano guardando e sussurro fra i denti "thank you". Mi sento sulle spalle gli ottocento chilometri fatti in allenamento , nelle gambe i 42 chilometri appena percorsi ma il mio cuore e' leggero perché ho realizzato il mio sogno. Congratulation. Good Job

NYC start and go !!!

Ore 10 la partenza. A poco a poco avanziamo verso la linea di partenza. La folla si stringe ed in questo modo si percepisce di meno il freddo. Siamo un tutt'uno di paura , spasmodica attesa, ed energia. Se qualcuno fosse in grado di immagazzinarla di certo potremmo illuminare New York per parecchie ore. Un ultima fotografia io, Mar.k.o.e il Curro , tutti e tre in canotta gialla, la canotta del Running Prealpino . Le frecce gialle per la prima volta a New York. Si ripete il rituale di prima : inno americano, applausi, urla di incoraggiamento, fischi di approvazione, colpo di pistola e ... vvvvia. Go, go, go !!!!

NYC l' entrata nella gabbia di partenza

Ore 9,40 entriamo nel corral. Finalmente entriamo e cominciamo a liberarci dei capi termici superflui. Mar.k.o. ci passa una crema protettiva per sopportare il freddo. Sopra di noi risuona l' inno americano che e' l' entre' di tutti gli eventi sportivi Made in Usa. Al termine un applauso scrosciante e subito in sequenza lo sparo di partenza. La prima onda parte e la vediamo scorrere sopra e al nostro fianco. Dovevamo esserci anche noi . Poco male la maratona e' una competizione con noi stessi e quindi va bene partire anche un po' dopo. Il Curro e' già perdonato.

NYC consegna dei bagagli

Ore 8,50 ... consegna dei bagagli Dopo mille sollecitazioni il Curro decide di lasciare il tendone bianco e di venire con noi a consegnare i bagagli. Mi sembra di aver letto che bisogna entrare nel Corral ( la gabbia) dalle 8.20 alle 8.55 perché partiamo con la prima wave , quella dei tempi più bassi. Il Curro sostiene che mi sbaglio e il time limit e' posto alle 9.20. In ogni modo ci affrettiamo. Ci separiamo dal Coach che avendo un tempo molto basso parte in uno dei primi corral. Si ripete la scena appena vissuta con Wladi. Con lui nessuna promessa di incontrarci a Central Park perché punta a fare 30 minuti meno di noi e non vogliamo portargli sfiga. Alle 9,01 siamo di fronte all' entrata del nostro corral che però è già chiuso e non ci lasciano entrare . Ci informano che potremo partire con la seconda wave alle 10 anziché alle 9.40. Cocciuto Curro avevo ragione io. Il Curro cerca di discutere con il Marshall ( una bionda molto immedesimata nella parte) che però è irremovibile. Partiremo alle 10. Ca..o

NYC il warm up

Ore 8, 15 il warm up Il punto di incontro era troppo generico. Di tende bianche per gli atleti c'è ne più di una . Impegniamo quasi venti minuti per ricongiungerci. E' Mar.k.o che ci trova fra la folla. Ci salutiamo come profughi che si ritrovano dopo una lunga odissea. Ormai viviamo questo momento in decisa simbiosi. Purtroppo dobbiamo separarci da Wladi perché Lui rispetto a noi ha dichiarato un tempo più alto e quindi è' destinato ad una altro Villaggio ( l' arancio) adiacente al nostro (il verde). Gli atleti infatti sono suddivisi per tempi in tre villaggi distinti con tre punti di partenza distinti sul ponte di Verrazzano. I professionisti (200) e quelli più lenti in alto sul ponte ... in favor di fotografi e televisioni, gli altri nei 2 tunnel sottostanti. Peccato mi sarebbe piaciuto partire di sopra. Il saluto a Wladi e' carico di emozione , pacche sulle spalle e incoraggiamenti. L' auspicio e' di ricongiungerci prima di Central Park. Mar.k.o. Ci guida al tendone bianco dove siede il Curro catatonico ed intirizzito. Lo sollecitiamo a fare un po' di riscaldamento con noi ma non vuole. È seduto a gambe incrociate come un bambino che fa i capricci. Probabilmente si sta concentrando o pensa ai fatti suoi. A me sembra molto carico. Usciamo dal tendone ed iniziamo a fare stretching. Il Coach inizia una serie di esercizi a metà fra Flashdance e Flash Gordon. Tutti lo guardano con curiosità perché non capiscono se fa sul serio o è posseduto dallo spirito do Don Lurio. In realtà fa tremendamente sul serio perché è il più preparato e deciso del gruppo. Sembra che scherzi ma è già in trans agonistica , tant' e che prima dell' inizio della gara andrà in bagno almeno altre tre volte. Io lo riprendo con l' IPhone e mi dedico al mio stretching provando alcuni dei suoi esercizi con somma invidia

NYC finalmente nel Villaggio

Ore 7,30 ... finalmente dentro . Appena entrati ci dividiamo io resto con il Coach , che deve andare in bagno, e Wladi. Il Curro e Mar.k.o. vanno a far colazione. I bagni sono un numero incredibile : 1700 . Gli americani non transigono , i bisogni fisiologici si espletano solo nei bagni sia prima che durante la gara pena la squalifica. Di contro gli americani non amano far far la fila agli ospiti per cui bagni ovunque. Dovremmo prendere esempio. In attesa del ritorno di Mar.k.o e del Curro stendiamo un telo termico sul Prato e vi ci sdraiamo sopra per non soffrire il freddo. Io riesco addirittura ad appisolarmi per 10/15 minuti. Un riposino corroborante. Mi sveglia il telefonino che squilla , e' Mar.k.o. che ci informa che non possono tornare dove siamo noi perché in mezzo c' e' un altro check point che loro hanno già superato. Richiudiamo il telo e ci avviamo verso il punto di incontro che ci siamo dati.

NYC i controlli

Ore 7,15 i controlli Anche se fin dal momento dell' iscrizione ci è stato detto che al villaggio si entra solo con la borsa trasparente dell' Ups che deve contenere solo abiti di ricambio e poco altro al cancello dei controlli c'è già una montagna di 3/4 metri di beni sequestrati contenete oggetti inverosimili. Manca solo una bicicletta ed un pedalò e poi c' e' proprio di tutto. I "controller" sono severi ma gentili e per tutti c'è un sentito " good luck" : buona fortuna.

NYC l' accesso al villaggio di partenza

Ore 7 in fila per entrare al Villaggio di partenza. Essendo previsti 6 gradi e dovendo coprirsi fino a 4/5 minuti dalla partenza buttando i capi termici gli atleti sono vestiti nei modi più disparati. Sembra una fila di homeless in attesa per la cena di Natale. Chi vestito da pescatore, chi da sherpa himalaiano chi da imbianchìno . Un meltingpot di abbigliamento, colori e lingue. Le pacche sulle spalle si sprecano. Anche i flash scattano in continuazione. È un momento epico ed eroico che in tanti vogliono immortalare.

NYC verso la partenza

Ore 6,15 il trasferimento alla partenza. Ultimo check up prima di lasciare l' hotel. Tutto a posto. No contrordine il Coach ha dimenticato qualcosa. Non riusciamo a capire che cosa perché e' notorio che corre anche sotto zero in pantaloncini e canotta ... praticamente nudo. Mah ? Il Coach e' proprio un bel mistero. Partenza. Io è il Coach davanti nel Suv , gli altri dietro. Iniziamo il gioco dei bluff . Tutti dichiarano acciacchi (falsi) che nemmeno nella sala di attesa di un fisioterapista riabilitativo si sentono elencare in questa quantità e varietà. È noto che scaramanzia e pretattica sono due elementi caratteristici dei runners. In 20 minuti siamo sul ponte , appena in tempo prima della sua chiusura , ora inizia la fila per esser scaricati il più vicino possibile all' entrata del villaggio di partenza perché il termometro segna 3 gradi e non è il caso di stare troppo esposti a questo clima freddo e ventoso. Il Coach scatta un ultima fotografia. Ultima in senso assoluto perché trenta secondi dopo che se ne è andato il Taxi si accorge di avervi dimenticato la fotocamera con 4 giorni di ricordi di New York sul sedile. Ma il Coach e' uno tosto che non demorde ed inizia a rincorrere a piedi il taxi allontanandosi dall' entrata del Villaggio fra gli incitamenti di altri corridori che hanno intuito il suo dramma e i richiami dei poliziotti che temono per la sua incolumità. Dopo 5 minuti torna mesto da noi che lo rassicuriamo (mentendo) sul fatto che i taxisti di New York sono i più onesti al mondo e che al rientro in hotel dopo la gara troverà alla reception la sua videocamera : bugiardi a fin di bene. Il Coach sorride dicendo : " e' la seconda che la perdo in due anni" . Tutti pensano in sincronia : " ma vaffanc...o". Quando ce vo' , ce vo' !!!

NYC la colazione

Ore 4,45 la colazione. L' unico aspetto negativo della maratona di NYC e' che bisogna portarsi al villaggio di partenza molto presto la mattina perché il ponte di Verrazzano per motivi di sicurezza viene chiuso alle 7. Le vie di accesso sono 2: con autobus e taxi direttamente , prima delle 6,45, con il Ferry Boat che da Battery Park porta a State Island partendo alle 6. Dopo breve discussione abbiamo optato per il taxi con partenza dall' hotel alle 6.15 con l' obiettivo di per poter dormire un po' di più. Oggi la colazione tocca nuovamente a me , anche perché il Curro , come sempre, si alzerà 15 minuti prima dell' arrivo del taxi. La colazione deve essere ricca ma non pesante per evitare contrattempi in gara ed avere le energie necessarie da consumarsi con il fine di spostare il più in la' possibile il muro : THE WALL. Opto per fette biscottate , pane integrale e tortino al cioccolato spalmati di burro (light) e marmellata alla fragola. Da bere : succo di arancia e Powerade al limone. Un mix da Hotel a 5 stelle Il Curro ingurgita tutto in un lampo senza proferir parola : anch' io stranamente non sono in vena di battute. Il tempo scorre inesorabile, l' attesa e' piena di silenzio e concentrazione.

domenica 3 novembre 2013

NYC impressioni a caldo

Dire che è fantastica e' scontato, che è dura risaputo non mi resta che dire : unica e indimenticabile .

Il tempo, il personale fatto passano in secondo piano rispetto al calore della gente. Sono loro i protagonisti di una gara in cui la pelle d' oca ce l' hai per 42 km 197 metri.

Del resto ve ne parlo nei prossimi post.
Lasciatemi vivere questa emozione. 

NYC

4 ore alla partenza.

Fra 30 minuti arriva il taxi che ci porta da Brooklin alla partenza.

Facciamo il controllo di tutto ciò che ci servirà . È più altro un rito per scaricare la tensione che è indescrivibile. Urla e pacche sulle spalla si sprecano.

Sano cameratismo.


NYC

Ore 4,50 la sveglia.

È' finito il tempo di scherzare, e' finito il tempo di giocare fra poco si scende nell'arena. Inizia la sfida anche se resta il motto "prima di tutto divertirsi".

Per 
cominciare : colazione da maratoneta.


NYC -1(4)

Cena alle 8,30 da Manetta's . Tutti silenziosi e tesi per domani. Ognuno di noi fa il bilancio con se stesso ma nessuno ha voglia di parlare. Vuol proprio dire che siamo pronti : we are ready.

NYC -1 (3)

Pomeriggio di relax in attesa di domani e della grande sfida. Doccia, Voltaren Gel, e musica Jazz per ricaricare le pile

NYC -1 (2) allenamento a Central Park

Non poteva di certo mancare l' allenamento del sabato a Central Park. 30 minuti di corsa leggera per sciogliere la tensione, togliere un po' di tossine e sentirsi parte di un grande evento. La cosa più bella : gli occhi dei bambini che Ti guardano con ammirazione pensando che Tu sia un campione. Impagabile

sabato 2 novembre 2013

NYC -1

Cambiano i luoghi, cambiano i fusi orari ma io come sempre mi svegliò alle 6,15. Devo avere un orologio biologico ... svizzero. Siamo ormai a 27 ore ( e poco più ) dalla partenza della maratona. La tensione comincia a farsi sentire. Mi viene in mente alla rinfusa tutto cio che ho fatto in questi mesi per preparami a domani. Le sedute di allenamento serale con il Curro e Mar.k.o. discorrendo del futuro politico dell' Italia, ognuno con i propri "statement" e con la propria ideologia ma tutti con ferma convinzione che così non si può andar avanti. Le domenica mattina di luglio ed agosto in cui ho corso per i boschi sopra Brescia con gli amici della Running Prealpino che mi sfottevano , sempre, perché usavo le calze lunghe a compressione graduata della Spring ... che però oggi usano tutti. Le svegliatacce in Croazia , quest' anno , non per cercare in giro nel villaggio mio figlio Nicolò nei suoi "lunghi" notturni, bensì per allenarmi nella verde quiete della pineta sul mare del Valamar Club : resort numero uno al mondo per chi vuol far sport, seriamente, in vacanza. I rimproveri di mia moglie per esser entrato in caso bagnato , senza togliermi le scarpe, dopo una corsa sotto un nubifragio di fine estate. Le domande di mio figlio Francesco che dopo ogni gara mi accoglieva in casa chiedendomi :" a che posto sei arrivato ? " per poi sfottermi amabilmente sulla mia posizione finale. Le ripetute con Gioilvichingo all' "anello" del Casazza maledicendolo perché i suoi " manca poco" sono sempre almeno altri 400 metri. I test delle calze Sping Revolution ( mio sponsor e sostenitrice da sempre) alla ricerca del non plus ultra tecnico perché essendo il piede il mio attrezzo tecnico la calza ne deve essere componente essenziale quanto è se non più la scarpa: ora non ne esiste una migliore sul mercato. Gli sfotto' degli amici, gli incoraggiamenti dei conoscenti , le raccomandazioni di mia mamma , mio padre e mia suocera, il sorriso di mio suocero mentre stavo per partire, i messaggi dalla Tunisia dei miei best friends Fabio e Cristina , la telefonata il giorno prima di partire del mio mentore Franco, tutti gli amici che mi stanno seguendo qui e su What's Uo. Spero di non essermi dimenticato nessuno. In ogni modo grazie a tutti : mi sento pronto.

NYC -2 (8)

Cena tutti insieme da Manetta's a Brooklin in Jackson Street vicino al Pulaski Bridge. La voglia di ridere e scherzare e' ai minimi storici , come il dollaro contro l' euro. Stanchezza e concentrazione hanno il sopravvento. Per variare la dieta abbiamo deciso di mangiare proteine perché durante la gara di dopodomani non saranno meno importanti dei carboidrati . Al 32simo km e' notorio fra i runner finirà la benzina nobile :?il glicogeno, e si dovrà correre bruciando quella meno efficiente : le proteine. Da Manetta' sono talmente bravi che anche un petto di pollo ai ferri su un tappeto di verdure Tricolori e' un piatto da leccarsi i baffi : voto 9. Dopo cena io, Mar.k.o.e Vladi optiamo per un sano riposo. Il Curro e il Coach invece si rigettano nella mischia di Manhattan alla ricerca di un Jazz Club. Il Coach si vede lontano un miglio che crolla dal sonno ma non se la sente si mollare il Curro da solo. Fulgido esempio di stoica amicizia.

NYC -2. (7) brunch da Carmine's

Alle 15 finalmente dopo mille discussioni e ripensamenti blitz da Carmine's a Times Square per fare il pieno di carboidrati.
Fortunatamente il cameriere ci ha fermati in tempo perché le porzioni sono da lottatore di Sumo.

In 5 2 piatti di pasta al ragù sono bastati e avanzati .

Pranzo da leccarsi i baffi a Times Square con 20 euro a testa. 

Massima disponibilità , squisita cortesia, educazione e ottima qualità . Un bel 9/10 perché sul caffè avremmo da ridire !!!


NYC -2 (6)

Conquistati i pettorali abbiamo dato una rapida scorsa al percorso : da brividi.

Al 21 km passiamo sotto "casa" al Pulaski bridge che già facendolo a piedi fa venire il fiatone.
Al 31 km il terribile Queendboro Bridge detto la tomba dei maratoneti , una lunghissima salita con le gambe già piene di acido lattico . Solo a vederlo sulla cartina ti vengono i crampi.

Speriamo che tutte le salite di agosto fatte con gli amici della Running Prealpino sul Monte San Giuseppe alle porte di Brescia siano servite a qualcosa.





NYC -2 (5)

... e alla fine ... ecco i mitici pettorali di NYC ... conquistati ... con tenacia... sudore e.,, 413 euro.

Il mio e' il 15-590


NYC -2 (4)

Fila incredibile al ritiro dei pettorali già di venerdì !!!

Però con ordine e rapidità in puro stile USA

      

venerdì 1 novembre 2013

NYC -2 (3)

Il Curro alle prese con il suo nuovo Garmin. È più facile insegnare a un leone ha cucinare delle omelette.

NYC-2 (2)

Come al solito risveglio dopo 6 ore di sonno ininterrotto. 

Doccia e a caccia di un supermarket per trovare ciò che ci serve per la colazione.

Per fortuna ce ne' uno vicino con prodotti europei. 

Oggi tocca a me.


NYC -2 (1)

Primo giorno a New York al termine. Sono le 12.13 qui ... le 6.13 in Italia.

Non facevo così tardi dal 1993

NYC -3 (7) festa di Halloween

Seppur stanchi non possiamo perderci la possibilità di vedere Halloween dal vivo.
Per cui taxi e via alla Parade in 6th strada   East.

Un delirio da far concorrenza a Venezia anche se qui le maschere al 90% sono personaggi di Fiction o Movie. 
Il premio al finto Borat : un grande.

Le ragazze si fermano per farsi fotografare con lui mentre gli baciano ... le terga. Sarà ?!?!

Il Curro commenta : "belle chiappe ma io preferisco un altro genere".

Avendo il loft insieme dormirò vigile.





NYC -3 (6)

L' hotel dove abbiamo preso i 2 loft una magnifica sorpresa. A 15 minuti dal' aereoporto e 15 minuti da Times Square.
Stile pop art loft . Si chiama The Box House Hotel ed è a Brookllyn. Unico inconveniente i taxisti non ci vengono volentieri perché non hanno corsa di ritorno. In ogni modo la fermata della subway di greenpoint e' a 300 metri.




NYC -3 (5)

Finalmente arrivati . Ora dogana taxi e poi finalmente al nostro appartamento . Era ora.

NYC -3 (4)

Viaggio lungo e noioso come sempre anche se volare Emirates e' una favola, per spazio, servizio e media a volontà .
Per tutti tranne che per uno ...